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Benvenuto su MescalPeyoBook: sito web dedicato alle opere di Gabriele B. Fallica, autore di cinque libri di short stories e racconti, di un libro di poesia in prosa, di un libro di interviste a Fernanda Pivano, di un libro di informatica dedicato al SEO (Search Engine Optimization), di un libro di Narratologia sull'opera di Charles Bukowski e di un libro di poesia in prosa dedicato alla ricerca della Musa.

L'autore, classe 1975, è laureato magistrale in Lettere (tesi in Letteratura Americana). Sebbene si interessi di Letteratura Statunitense, insegna Letteratura Italiana e Storia negli Istituti superiori di Vicenza, svolge attività di pubblicista e lavora come Digital Strategic Planner ed esperto consulente di Web Marketing e SEO.
Nel panorama del giornalismo e della letteratura del XXI secolo, pochi nomi hanno suscitato reazioni tanto intense e divisive quanto quello di Oriana Fallaci.

Nota per la sua prosa tagliente e la sua inclinazione al confronto frontale con il potere, la scrittrice fiorentina ha lasciato un’eredità controversa, ma impossibile da ignorare. Con La rabbia e l’orgoglio (2001) e La forza della ragione (2004), Fallaci ha segnato un tornante drammatico nella sua carriera, spostando il focus dalle interviste ai grandi della Terra — che l’avevano resa celebre — a un’accusa serrata e viscerale contro l’Islam politico e la cecità dell’Occidente.

La rabbia e l’orgoglio, scritto all’indomani degli attentati dell’11 settembre, è un grido che mescola lutto, sdegno e difesa accanita della civiltà occidentale. Fallaci non si limita a condannare il terrorismo islamista; afferra il lettore per il bavero e lo scuote, accusandolo di complicità morale. La scrittrice denuncia l’arrendevolezza dell’Europa verso ciò che definisce “l’invasione islamica”, evocando l’immagine di un’Europa “acefala e codarda”, incapace di difendere i propri valori. Il linguaggio è incendiario, volutamente iperbolico, ma non gratuito: serve a scuotere le coscienze, a rompere il silenzio, a rendere visibile ciò che — secondo lei — l’ipocrisia del politicamente corretto preferisce ignorare.

Nel testo successivo, La forza della ragione, Fallaci approfondisce la sua visione, tracciando una linea di continuità storica tra l’espansionismo islamico medievale e le tensioni contemporanee. Denuncia la nascita di una “Eurabia” — un neologismo che designa, nella sua concezione, la sottomissione culturale dell’Europa all’Islame accusa le élite europee di aver sacrificato la libertà sull’altare del multiculturalismo. Anche qui, l’indignazione diventa cifra stilistica: Fallaci scrive per scuotere, non per convincere con garbo. Le sue frasi, secche e scandite come fendenti, non cercano compromessi. Il lettore è chiamato a scegliere: resistere o soccombere.

Non mancano le critiche, alcune legittime. L’accusa principale è quella di aver generalizzato, confondendo l’Islam religioso con l’islamismo radicale, e di aver alimentato un clima di sospetto verso intere comunità. Ma considerare Fallaci a una pamphlettista islamofoba sarebbe un’operazione riduttiva e ingiusta. Dietro le sue parole c’è la paura autentica per la dissoluzione di un’identità europea fondata su diritti, libertà e laicità. C’è anche un coraggio — forse incosciente — di dire ciò che molti pensano ma non osano articolare pubblicamente. E in questo senso, Oriana Fallaci è stata più che una polemista: è stata una coscienza critica, spigolosa e feroce, ma necessaria.

Il suo stile, intriso di retorica classica e passione civile, ha diviso lettori e intellettuali. Per alcuni è stata una Cassandra che ha previsto i rischi del fondamentalismo islamico ben prima che l’Europa ne percepisse le conseguenze. Per altri, una voce accecata dal rancore, che ha finito per seminare paura più che consapevolezza. La verità, forse, sta nel mezzo: Oriana Fallaci ha posto domande scomode, spesso con parole ingombranti. Ma sono proprio quelle domande a restare ancora oggi, quando le tensioni identitarie e religiose che lei denunciava continuano a scuotere l’Occidente.

In un’epoca di conformismo intellettuale, di stupido politicamente corretto, di petroldollari che comprano etica e coscienze e cautela linguistica, Oriana Fallaci ha scelto di essere dissonante. E, piaccia o no, ha costretto l’Europa a guardarsi allo specchio.
Peccato che l'Europa sia decisamente miope.

G.F.

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