Memorie dal sottosuolo: il romanzo che ha aperto le porte al mondo interiore. Nel vasto universo della letteratura mondiale, pochi autori hanno inciso così profondamente come Fëdor Dostoevskij.


Fëdor Dostoevskij, scrittore russo dell’Ottocento, è considerato uno dei grandi maestri del romanzo psicologico. Le sue opere non raccontano solo fatti o personaggi, ma scavano nella mente, nelle emozioni e nelle contraddizioni più profonde dell’essere umano. Memorie dal sottosuolo, pubblicato nel 1864, è una delle sue opere più rivoluzionarie. Non è il suo romanzo più famoso, ma è forse quello che ha segnato un cambiamento fondamentale nella narrativa moderna, aprendo la strada alla letteratura esistenzialista.

Il libro si sviluppa come un lungo monologo interiore. Il protagonista, un uomo senza nome, vive isolato in un seminterrato di Pietroburgo. Ex funzionario, ora ritirato dalla società, parla direttamente al lettore, alternando riflessioni filosofiche a ricordi personali. Nella prima parte, il protagonista contesta l’idea che l’uomo sia governato solo dalla ragione e dal calcolo. Al contrario, sostiene che l’essere umano è spesso mosso da pulsioni irrazionali, autolesioniste, incomprensibili.
La seconda parte è più narrativa: racconta un episodio della sua giovinezza, in cui cerca disperatamente un contatto umano, ma finisce per distruggere ogni legame a causa del suo orgoglio e della sua insicurezza. Il momento più toccante riguarda l’incontro con Liza, una giovane donna che prova a comprenderlo, ma viene respinta.


Ciò che rende Memorie dal sottosuolo così importante nella storia della letteratura è la sua struttura innovativa e il suo contenuto profondo. Dostoevskij non racconta semplicemente una storia, ma ci fa entrare nella mente di un uomo che vive in conflitto con sé stesso e con il mondo. È il primo vero esempio di romanzo dove il centro non è l’azione, ma il pensiero. Il protagonista è pieno di dubbi, di rabbia, di paure, e rappresenta il lato nascosto dell’animo umano, quello che spesso si preferisce non guardare.

A livello internazionale, questo romanzo ha influenzato filosofi come Nietzsche, che lo considerava un’opera chiave, e scrittori come Kafka, Camus e Sartre. Tutti hanno visto in Dostoevskij il precursore di una nuova visione dell’uomo, più complessa, meno razionale, ma più autentica. Anche nel panorama italiano, il libro ha avuto un ruolo fondamentale: ha ispirato autori come Pirandello e Pavese, che hanno posto al centro delle loro opere la crisi dell’identità e il tormento interiore.

Perché leggerlo oggi? Perché, anche se scritto oltre 150 anni fa, Memorie dal sottosuolo parla ancora a ognuno di noi. Viviamo in un’epoca in cui si cerca di apparire sempre forti, coerenti e sicuri. Questo libro ci ricorda invece che la fragilità fa parte della natura umana. È un testo breve, ma denso, che non dà risposte, ma pone domande profonde. E proprio per questo, andrebbe letto da tutti: perché ci aiuta a guardare dentro di noi, senza paura.

G.F.